Le arti e il fascismo (artedossier) by Silvia Bignami Paolo Rusconi

Le arti e il fascismo (artedossier) by Silvia Bignami Paolo Rusconi

autore:Silvia Bignami, Paolo Rusconi [Silvia Bignami, Paolo Rusconi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2018-10-22T16:00:00+00:00


PARIGI 1937

Tra le uscite internazionali, nel 1937 è di particolare rilievo la partecipazione all’Exposition Internationale des Arts et des Techniques di Parigi, che serviva a Mussolini per consolidare l’immagine dell’Italia imperiale di fronte alle altre nazioni europee e a esaltare il regime e i suoi successi. Il padiglione progettato da Marcello Piacentini – due corpi distinti, collegati da portici e gallerie, affacciati sulla Senna – rappresentava una vetrina di quanto l’Italia intendeva mostrare al mondo intero «dei suoi artisti, dei suoi artigiani, industriali e scienziati». Sotto la sapiente regìa allestitiva dell’architetto Giuseppe Pagano, erano organizzate numerose mostre: dell’Italia d’Oltremare, che celebrava le conquiste coloniali; dei lavori pubblici e architettura, a glorificazione delle grandi opere del fascismo; e, ancora, delle industrie tessili e leggere e delle arti grafiche e decorative, dei tessuti d’arte e delle Belle arti, quest’ultima curata da Maraini.

Su un piedistallo sulla Senna si stagliava il gruppo equestre di Giorgio Gori raffigurante il Genio del fascismo e la torre che dominava il padiglione era coronata da ventiquattro statue in gesso simboleggianti le corporazioni eseguite, tra gli altri, da Lucio Fontana, Timo Bortolotti, Marcello Mascherini, Luciano Minguzzi.

Nell’atrio d’onore, contro una parete ricoperta di mosaico azzurro, spiccava la Vittoria del cielo di Arturo Martini, mentre sotto la galleria porticata si snodava la serie dei pannelli di Corrado Cagli realizzati con la collaborazione di Afro Basaldella, a illustrare in sequenza avvenimenti e luoghi della storia italiana: da Romolo che traccia il solco delle mura di Roma a Mussolini, ritratto a cavallo.

L’interpretazione artistica di Cagli, ebreo, venne duramente criticata da Giuseppe Pensabene e Telesio Interlandi, in quanto poco celebrativa e irrispettosa della “romanità”, e Galeazzo Ciano ne ordinò la distruzione (non avvenuta), anticipando il cambiamento di clima politico successivo alle leggi razziali del 1938.

Nel Salone d’onore era collocato il mosaico di Sironi Il lavoro fascista, poi noto come L’Italia corporativa, e nella parte inferiore i lavori di Bramante Buffoni eseguiti con procedimenti fotografici a rilievo; nella parete laterale di destra si trovavano invece i busti del re e del duce eseguiti da Melotti per la Richard Ginori.

Per il padiglione delle Compagnie di navigazione Italia degli architetti BBPR – installato su una zattera galleggiante sulla Senna – Fontana realizzò quattro gruppi scultorei in gesso colorato, Vittoria marinara, Marinai che salpano, La rotta del sole e La dea del mare, che simboleggiavano «tutto il fascino, la forza e il mistero del mare e della vita sul mare».



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